Lunedì 27 Ottobre 2025
Senza categoria
Sentirsi invincibili e inattaccabili. Dando per scontato chi o ciò che di più caro abbiamo al nostro fianco. Correre, produrre. Trattare e, a tratti, bistrattare un ecosistema figlio di anni, secoli.
Un atteggiamento purtroppo umano che può essere interrotto solo da un evento traumatico. Quel momento in cui si aprono gli occhi e si inizia ad apprezzare tutto, non solo la luce, il calore, l’aria. Ma ogni singolo respiro che entra in corpo.
Succede ad ognuno di noi, almeno (ma ritengo limitativo questo termine) una volta nella vita.
È successo al Salento, ai salentini e ai suoi ulivi.
Padri maestri, piegati ma mai rotti dal tempo.
Madri maestre, produttrici di frutto e quindi d’olio.
Esseri familiari, forti e quindi trascurati, ché “chi è forte non ha bisogno d’attenzione”.
In apparenza, sì. Perché se solo si guardasse a fondo, qualcosa si vedrebbe o si intuirebbe in qualsiasi essere che vive su questa terra: si vedrebbe quel rametto secco che da solo inizia a gridare e che poi trasporta (e ha trasportato) con sé intere piantagioni di ulivi secolari.
E davanti al dissesto, finalmente l’attenzione. La cura. La rivincita dei deboli che sembravano forti ma che, oltre a dare, avevano bisogno (tanto tanto) di ricevere.
È per questo che in questo numero del Magazine che hai tra le mani, abbiamo deciso di dare spazio agli ulivi ai quali siamo tremendamente grati per la straordinaria lezione di vita che continuano a offrirci, sotto gli occhi, da sempre.
Laura Stefanelli